La lezione del 1929

 

Ricostruzioni non superficiali della crisi economica cominciata nel 1929 (la famosa "Grande Depressione") attribuiscono grandi responsabilità alla scarsa attività della banca centrale americana nel rispondere alla crisi dei mercati. Infatti, in queste ricostruzioni, non si indica il crollo di Wall Street come causa delle depressione economica. In realtà, il crollo di Wall Street, da molti evocato come causa scatenante della crisi, può essere interpretato come uno degli effetti del diffondersi della stessa!

Per "scarsa attività" si deve intendere una certa lentezza nell'immettere nel mercato la quantità di liquidità utile ad evitare lo scatenarsi di una crisi sistemica. Ebbene, diversi studi evidenziano che nei mesi precedenti lo scatenarsi della crisi, la Federal Reserve non sia riuscita ad incrementare la quantità di moneta in circolazione e non abbia agito prontamente sui tassi di interesse. In questo modo, invece di placare gli effetti a catena che si stavano diffondendo, ha contribuito ad amplificarli.

Per questo motivo, sembra che l'errore compiuto nel passato si sia trasformato in un'utile lezione per i banchieri centrali di oggi. Dall'inizio di agosto non passa giorno senza che si senta parlare di qualche intervento delle maggiori banche centrali. Intervengono spesso per iniettare liquidità e cercano anche di rassicurare i mercati con i comunicati stampa. E, probabilmente, inizieranno, tra breve, ad intervenire anche sui tassi di interesse. In realtà la BCE è già intervenuta sui tassi: non aver incrementato dal 4 al 4,25% il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali (MRO rate) è da considerare come un intervento sui tassi, visto che era ampiamente previsto un incremento del tasso a settembre! E probabilmente nei prossimi giorni la Federal Reserve limerà il suo tasso di riferimento. Ma le banche centrali stanno già agendo sui tassi andando a modificare le aspettative! Nelle ultime settimane i tassi fissati dal settore privato sono scesi iniziando a scontare un taglio dei tassi negli USA. In questo modo, manipolando le aspettative, le banche centrali potranno agire con minor vigore sui tassi.

Questa forte presenza della banche centrali testimonia la loro attenta vigilanza affinché un piccola crisi (quella sui mutui subprime è una piccolissima crisi, non dimentichiamolo!) si trasformi in una tempesta di grandi dimensioni per i mercati finanziari e per le economie a causa dell'effetto domino. Certo, non si può dire che i rischi siano superati, ma almeno non si può dire che oggi le banche centrali siano colpevoli! Ho detto "oggi" perchè i problemi di oggi affondano le loro radici nel recente passato. Infatti, credo che si possa attribuire alla politica monetaria di Greenspan una buona fetta di responsabilità. L'aver permesso la diffusione dei mutui subprime, l'aver drogato i mercati con tassi reali negativi per un lungo periodo, l'aver, poi, ristretto troppo la politica monetaria ha contribuito a rendere la situazione finanziaria statunitense molto instabile, potremmo dire quasi esplosiva. In ciò Greenspan è stato aiutato dalle politiche fiscali di Bush. Nessuno dei due ha educato gli americani al risparmio! E oggi ne paghiamo le conseguenze. Dovevano essere più accorti nel passato. Non lo sono stati. 

Ora si spera che la situazione non precipiti. Le banche centrali probabilmente riusciranno ad evitare l'effetto domino, ma la crisi sarà di difficile risoluzione. Ci saranno altri intermediari finanziari che falliranno (alcuni sono già falliti), si spera che non fallisca alcuna grande banca (solo in quel caso la situazione sarebbe veramente preoccupante), ma, forse, alla fine, questa crisi una utilità l'avrà avuta: avrà reso le autorità di vigilanza più attente e forse avrà fatto capire alle persone che è meglio accontentarsi di ciò che si ha. Non ci si può indebitare senza fine!

 

AF 09/09/2007

INTERVENTI