Abolire le Province? Sì!

Comincio con una proposta che potrebbe dare una vera scossa all’Italia politica. Ogni tanto torna alla ribalta, molti politici la propongono prima delle elezioni, ma poi non succede mai nulla.

L’abolizione delle Province (che richiederebbe la modifica del Titolo V della Costituzione, ma il Parlamento ha dato ampia dimostrazione che, quando vuole, riesce ad approvare leggi di ogni tipo anche in 3 giorni…) può consentire il raggiungimento di diversi obiettivi.

In primo luogo sarebbe un segnale importante dato dalla classe politica ai cittadini. Un primo vero cambiamento di rotta della “casta”. Anche nelle province abbiamo politici di professione, che stanno lì perché non sanno fare altro nella vita. Consiglierei loro di rimettersi a studiare e di trovarsi un vero lavoro (così capiscono la differenza tra parlare di sostegno all’occupazione e ai giovani e dover veramente fare i conti con un sistema antimeritocratico e antigiovanile). Il numero delle Province continua ad aumentare, dovrebbero essere 107. E ciò, ovviamente, comporta un aumento delle spese. Più politici da mantenere, più presidenti, più giunte, più consigli, più portaborse, più auto blu, più prefetti, più questori, più soldi per l’acquisto o il fitto delle sedi, più soldi per la manutenzione delle sedi, insomma un mare di spesa aggiuntiva che grava sul cittadino. Ma tutto ciò sarebbe “sopportabile” se i risultati ottenuti da questi organismi fossero degni di nota. E invece mi sembra che lo stato delle strade provinciali e degli istituti scolastici (due tra gli obiettivi che le province dovrebbero curare con più attenzione) non sia proprio esaltante. Quindi, visto che i costi ci sono, ma i risultati non si vedono, un buon padre di famiglia eliminerebbe tale spesa inutile.

In secondo luogo, l’eliminazione delle Province renderebbe un po’ più snello l’elefantiaco apparato burocratico italiano. Meno organi ci sono in Italia e meno “capetti” abbiamo. Mi riferisco a quelle persone che per il solo fatto di stare dietro ad una scrivania e di poter decidere se aiutare o meno il cittadino pensano di essere dei Vip da adulare. Ecco, meno ne incontriamo meglio è.

Terzo, si inizierebbe a ridurre anche quel sottobosco di intrecci tra politici e società. Meno politici = meno favori = meno raccomandazioni = più spazio alla meritocrazia (sembra populismo, ma se ci pensiamo un po’ ci accorgiamo che è così. Purtroppo!)

Quarto, si risparmierebbero un po’ di soldi. Facciamo quattro calcoli. E’ sufficiente una breve ricerca su internet per trovare tutti i dati. Attualmente gli eletti nelle province sono circa 4.000 tra Consiglieri, Presidenti, Assessori e altro. Una piccola cittadina! D’un colpo avremmo 4.000 politici in meno. Solo a pensarci mi sento meglio. L’Eurispes ha calcolato che nel 2006 le spese complessive delle Province sono arrivate alla bella cifra di 13 miliardi di euro!! Ora, sempre l’Eurispes ha fornito un dato interessante: solo il 18.3% di queste spese è rappresentato dai redditi da lavoro dipendente, cioè da stipendi dei dipendenti delle Province. Ovviamente, non è mia intenzione licenziare il personale. Anzi, questo personale deve essere destinato alle Regioni e ai Comuni. Così si riducono i “buchi” negli uffici pubblici. Rimane da esaminare il restante 82% (circa): 28.4% dei consumi intermedi, 22,3% di investimenti fissi lordi e 31% di tutte le altre voci di spesa. L’Eurispes indica in 10,6 miliardi il risparmio che si avrebbe eliminando le Province. Cioè sottrae al costo totale (13 miliardi) il costo del personale e ritiene che tutte le altre voci possano essere eliminate. Secondo me sbaglia, perché nel restante 82% ci sono spese incomprimibili che dopo l’abolizione verrebbero comunque sostenute da Regioni e/o Comuni (come ad esempio gli investimenti). Quindi, se dai 13 miliardi annui eliminiamo il 18.3% per gli stipendi, ci rimangono 10.6 miliardi. Se di questo ammontare si riuscisse a risparmiare anche solo il 60% (e non il 100% come indica l’Eurispes) si avrebbe un risparmio annuo pari a circa 6.5 miliardi di euro! Che non è affatto una cifra risibile. Basti pensare che il “buon” Tremonti, nel bel mezzo della crisi più profonda degli ultimi 70 anni, ha destinato con la Social Card circa 500 milioni di euro annui ai più poveri. Abolendo le province e destinando 3 miliardi di risparmi a chi riceve la Social Card si potrebbe incrementare la ricarica mensile della carta da 40 euro a 280 euro. Vi sembra poco per una famiglia povera? E avanzano ancora 3.5 miliardi…

Fonte: http://aboliamoleprovince.blogspot.com/

AF 05/08/2009

Vietata la riproduzione. Se vuoi citare scrivi: Antonio Forte, "Abolire le Province? Sì!", http://antonioforte.xoom.it.

 

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