Il Paese delle banane 2! Alitalia, il ritorno

 

Già nel 2006 (con l'articolo Il Paese delle banane) avevo scritto qualche riga sull'Alitalia. All'epoca criticavo l'acquisto della fallita compagnia Volare da parte dell'Alitalia, già allora in profonda agonia. La notizia passò quasi inosservata. Una compagnia sull'orlo del baratro (o forse già vi era caduta da tempo, ma tutti i politici ci facevano credere che la tempesta fosse temporanea) che ne acquista una fallita. Un affarone. Ovviamente l'operazione servì solo per comprare qualche rotta interessante e presidiare bene qualche tratta profittevole. Alitalia ha continuato a perdere soldi, è arrivato il prestito ponte, poi la grande disputa su Malpensa, poi i francesi di Air France invitati e poi respinti e adesso il colpo da prestigiatore di Berlusconi...la cordata italiana!

Da quello che si può capire, la decotta compagnia aerea nazionale dovrebbe essere acquistata da un gruppetto di capitalisti italiani coordinati dalla banca Intesa-Sanpaolo. Se la situazione fosse realmente questa non ci sarebbe nulla da obiettare. Anzi, si potrebbe essere felici del fatto che diversi imprenditori italiani abbiano deciso di sborsare soldi per evitare il fallimento di una società italiana e organizzarne il rilancio operativo. Purtroppo la situazione non è così felice come sembra.

Ci si potrebbe chiedere dove fossero tutti questi imprenditori 12, 10, 8 mesi fa. All'epoca il Governo Prodi aveva deciso di vendere Alitalia, ma ad esclusione di Toto (il proprietario di AirOne) gli altri erano impegnati in altre faccende. Poi, chissà perchè, arriva Berlusconi, dice che c'è una cordata italiana, e la cordata prima inesistente si materializza. Beh, due motivi che hanno spinto gli imprenditori a farsi avanti sono facili da elencare: 1) come si può dire al Presidente del Consiglio "no, guardi, non mi interessa"? Dopo che Berlusconi ne aveva fatto un motivo di orgoglio nella campagna elettorale, avrà sicuramente fatto di tutto per stimolare gli imprenditori. E arriviamo al punto due, allo stimolo. 2) come si può dire di no se il Presidente del Consiglio ti invita e ti serve una compagnia aerea senza che tu acquirente debba pagare un euro dei debiti della compagnia che acquisti?? chi direbbe di no??

A pensar male si potrebbe dire che il favore è stato reciproco. Gli imprenditori si fanno avanti, creano la cordata e Berlusconi salva la faccia con gli elettori. Berlusconi per ricambiare fa sì che gli acquirenti si portino a casa una società senza debiti.

Per essere più chiari sull'affare meglio fare qualche precisazione: il Consiglio dei Ministri ha appena modificato la legge sul fallimento delle grandi aziende. Alitalia è stata dichiarata fallita, ora c'è un commissario che potrà immediatamente, grazie alla modifica apportata dal CdM, vendere a pezzetti la società. Ovviamente, è più facile trovare acquirenti se vendi pezzetti profittevoli. E questo e ciò che accadrà: la cordata comprerà dal commissario solo le parti migliori di Alitalia, quelle che generano profitti. Le altre sezioni della fallita Alitalia rimarranno nelle mani del commissario, cioè dello Stato. Quindi, gli acquirenti compreranno una società senza debiti, non dovranno accollarsi esuberi, potranno agire immediatamente senza badare a nessun pregresso problema. Lo Stato, cioè i cittadini, dovrà pagare i debiti e aiutare i lavoratori scaricati dall'azienda. Se questo non è un affare da prendere al volo...

In precedenza, invece, Air France aveva deciso di comprare tutta la società. Si sarebbe accollata i debiti e avrebbe dovuto occuparsi dei lavoratori da licenziare.

Questa è la differenza sostanziale tra le due situazioni. Ovviamente, stando così le cose, avrei preferito Air France alla CAI (Compagnia Aerea Italiana, la cordata che comprerà Alitalia si chiama così). Se, invece, gli imprenditori italiani avessero comprato tutta la società, o avessero lanciato un'OPA sul titolo o avessero, alcuni mesi fa, rilanciato rispetto alla proposta Air France, avrei sicuramente espresso il mio, inutile, parere positivo.

Cosa dire poi di alcuni imprenditori partecipanti alla cordata...Colaninno: il figlio sta nel PD e il padre fa un favore a Berlusconi. Senza considerare il modo in cui Colaninno negli ultimi decenni è riuscito ad arricchirsi (vedi scalata Telecom). indubbiamente per lui vale il proverbio: pecunia non olet. Benetton: stanno guadagnando palate di Euro grazie alla gestione delle autostrade. Riescono a fare profitti elevatissimi perchè le tariffe salgono sistematicamente più dell'inflazione senza alcun motivo, e loro non fanno tutti gli investimenti che un gestore privato di un servizio pubblico dovrebbe garantire. Insomma, non solo lo Stato, a causa di una regolamentazione evidentemente sbagliata (supponendo che il problema sia solo nella regolamentazione), permette ai Benetton di fare extraprofitti sfruttando una concessione pubblica, ma poi gli offre anche una società senza debiti. Insomma, i Benetton sfrutteranno i soldi intascati dalle tariffe (cioè dai cittadini) per comprarsi una società senza debiti, pagando pochissimo e lasciando che i debiti di Alitalia li paghino i soliti fessi, cioè sempre i cittadini.

E' una situazione realmente imbarazzante. Il problema è che l'istruzione economico-finanziaria media in Italia è molto bassa. Molti non capiscono cosa dicono i giornalisti, che a loro volta non sanno ciò che dicono, e questi enormi problemi passano inosservati. (Se il giornalista di turno dice "il commissario creerà la bad company in cui confluiranno..." l'ascoltatore cosa capisce???? forse non capisce niente, se prima non si spiega cosa è una bad company!!)

In conclusione, l'affare non mi piace e spero (speranza inutile) che non sia, come alcuni giornalisti già anticipano, un favore fatto da alcuni imprenditori al Governo affinché poi il Governo faccia qualcosa per loro (evitare la concorrenza in determinati settori, far crescere la tariffe autostradali, proteggere la nuova compagnia con strane regole di mercato, ecc. ecc.).

C'è un ultimo aspetto da considerare. Come mai la Lega non alza la voce? Lo stato si accollerà i debiti dell'Alitalia (società romana, che ha declassato Malpensa) e la Lega non muove foglia? Forse anche qui c'è già un mezzo imbroglio sotto. Wait and see. Inoltre, già si profila un bello sgambetto al Meridione, con molti aeroporti interessati dalla riorganizzazione della futura compagnia che, si prevede, taglierà molti voli da e per il Sud. Wait and see 2.

Spero vivamente di non dover più ritornare sull'argomento. A me non interessa un fico secco se Alitalia è italiana o se l'Italia ha una compagnia di bandiera. A me interessa che si sviluppi il traffico aereo che porta turisti e affari in Italia. E vista la decennale fallimentare politica di Alitalia sicuramente gli imprenditori stranieri sarebbero stati molto più bravi nel rilanciare il traffico aereo da e per gli scali italiani.

AF 31/08/2008

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