Alta e bassa marea

 

Stiamo assistendo, nel corso degli ultimi mesi, al sorgere di una ampia preoccupazione per il costante aumento dei prezzi degli alimenti di prima necessità. Le statistiche stanno evidenziando l'aumento dei prezzi di pane, pasta, latte e dei loro prodotti derivati. Anche sui mercati a monte il fenomeno dell'aumento dei prezzi è molto accentuato. Sui mercati internazionali gli indici di alcune materie prime alimentari, ad esempio il frumento, stanno raggiungendo nuovi massimi storici. Il fenomeno può essere affrontato da due punti di vista differenti: un livello micro e uno macro. Nel primo caso si andrebbe a studiare il modo in cui possono cambiare o stanno cambiando le scelte di consumo delle persone e seguito di questi aumenti. Nel secondo caso si cerca di studiare il perchè è in corso un così generalizzato incremento dei prezzi trovando una spiegazione nel livello di produzione mondiale, negli scambi internazionali e nell'andamento dei consumi internazionali.

In poche parole cercherò di gettare un po' di luce sulla seconda questione.

Negli ultimi anni molti economisti stanno studiando il fenomeno della Great Moderation. Con questo termine suole riferirsi alla generalizzata riduzione del livello di inflazione che si è registrata nel corso dell'ultimo quindicennio. Se si esaminano i grafici dell'inflazione mondiale e delle grandi economie si osserva facilmente (solo un osservatore in mala fede non lo noterebbe...) che l'inflazione è andata più o meno gradualmente riducendosi in tutto il mondo. Si è cercato di dare una spiegazione a tale fenomeno. Le spiegazioni più diffuse sono 3:

1) la great moderation dell'inflazione è il risultato di politiche monetarie molto migliori rispetto al passato. Detto in modo brutale: le Banche Centrali hanno imparato a gestire meglio l'inflazione rispetto al passato. Indubbiamente oggi si hanno studi più sofisticati rispetto al passato al riguardo che possono aiutare le B.C. nella gestione della politica monetaria. Ci sono molti più dati e sono ottenibili in molto meno tempo rispetto a qualche anno fa. C'è più velocità di calcolo per eseguire proiezioni ed elaborazioni. Anche la struttura istituzionale delle B.C. ha aiutato molto: l'indipendenza delle B.C. ha reso più facile il controllo dei prezzi.

2) la riduzione dei prezzi è il risultato della grande crescita del commercio internazionale. La possibilità di comprare beni prodotti nell'Est del mondo a prezzi decrescenti ha permesso di ridurre sensibilmente il livello dei prezzi mondiali. L'ingresso nel circuito del commercio internazionale di Cina, India e di altri Paesi emergenti ha compresso i prezzi di molti beni. Tutto ciò ha permesso all'inflazione di scendere a livelli storicamente molto bassi. Quindi, dovremmo ringraziare la globalizzazione se è stato possibile debellare il male dell'inflazione dalle agende dei policymakers. La B.C. non hanno nessun merito particolare. Hanno solo approfittato di questa situazione per ottenere dei buoni risultati sul fronte della lotta all'inflazione

3) è stata solo fortuna. Non c'è alcun merito dei banchieri centrali. E' stato solo un periodo particolarmente fortunato. Basti pensare al bassissimo livello raggiunto dalla quotazione del barile di petrolio alla fine degli anni novanta. Non ci sono stati fenomeni inflattivi. Non ci sono stati problemi di produttività e, quindi, non c'è stata nessuna pressione sui prezzi dovuta a frizioni nel sistema produttivo e molti altri fenomeni con impatto negativo sui prezzi. Insomma, un periodo in cui si sono sommati, fortunosamente, una congerie di eventi positivi per i prezzi.

In ciascuna delle tre spiegazioni c'è un fondo di verità. Il mio personale punto di vista vede al primo posto la globalizzazione e al secondo posto a pari merito le altre due spiegazioni.

Ciò che dovrebbe preoccupare è che, e veniamo al titolo, se fino ad ora abbiamo assistito agli effetti positivi sui prezzi derivanti dalla globalizzazione, la bassa marea, d'ora in avanti potremmo aspettarci il fenomeno inverso, l'alta marea! Indubbiamente quest'anno è stato un po' troppo sfortunato per alcune produzioni, ma la tendenza di fondo, credo, rimarrà nel tempo.

Basti pensare che più di due miliardi di persone stanno uscendo dalla povertà. Hanno voglia di uscire dalle ristrettezze. Vogliono, giustamente, mangiare di più, vogliono avere accesso all'energia elettrica, vogliono spostarsi, vogliono riscaldarsi d'inverno e rinfrescarsi d'estate. Insomma, vogliono avvicinarsi a standard di vita migliori. Ma tutto ciò comporta una maggior domanda di tutto! In primo luogo dei beni primari: alimenti (pane, pasta, riso, latte...) e energia (petrolio, gas...). Tutto ciò spingerà verso l'alto i prezzi. E' probabile che si assisterà ad un graduale ritorno dell'inflazione. Sarà quello il vero banco di prova delle banche centrali. Hanno dato ottima prova delle loro capacità negli ultimi 5 anni riuscendo ad assorbire senza scossoni l'attuale shock petrolifero. Chissà se riusciranno a gestire uno shock più generalizzato. Speriamo bene. Ma è meglio prepararsi: l'alta marea dei prezzi, causata dalla globalizzazione, sta arrivando.

 

AF 16/10/2007

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