Critica a Parmenide

 

La concezione parmenidea dell"Essere" trova il suo punto debole in uno degli attributi dell'Essere stesso: l'immutabilità. Per Parmenide l'Essere è immutabile perché l'Essere è e non può essere in divenire. Quindi il cambiamento e la trasformazione non possono essere ammessi. Analizzando tale affermazione dopo 2500 anni, si deve cercare da un lato di superare questa concezione, ma dall'altro comprendere perché ora possiamo criticare la concezione parmenidea dell'immutabilità dell'Essere. Se l'Essere è Pensiero, l'uomo non potrebbe pensare oltre. Potrebbe pensare solo ciò che è. Parmenide affermava che pensare ciò che "non è" è non pensare. Se ragionassimo come Parmenide, non potremmo comprendere il progresso. Il progresso dell'uomo ha alla base il Pensiero. Molto spesso questo Pensiero arriva a qualcosa che non è, ma grazie ad esso diventa qualcosa che è. Se l'Essere fosse immutabile, il Pensiero non potrebbe e non avrebbe potuto pensare oltre ciò che è.

Quindi si potrebbe dire che tutto è Essere e che il Non Essere è un Non Essere Ora, che potrebbe diventare Essere o potrebbe essere stato Essere. Vi deve essere necessariamente nell'Essere qualcosa di cangiante, altrimenti sarebbe inutile il pensiero stesso, anche se rivolto all'Essere, perché risulterebbe sterile e facilmente accomunabile ad una mera contemplazione.

Il Non Essere Ora, in contrapposizione all'Essere Ora, fa sì che il Non Essere sia tutto ciò che ora non è l'Essere. Il Non Essere, quindi, potrebbe essere ciò che non è mai stato, ma potrebbe essere. O ancora: ciò che non è mai stato e mai sarà. O ancora: ciò che è stato ed ora non è più.

Se l'Essere fosse immutabile, l'uomo dovrebbe solo limitarsi ad analizzarlo per poter progredire, ma così non è. Oggetto del pensiero umano è certamente l'Essere, ma anche il Non Essere. Se l'uomo non esplorasse il Non Essere, sarebbe privo di fantasia e d'inventiva.

Si può dire, quindi, che il Non Essere c'è e ci sarà, e sarà sempre in contrapposizione all'Essere. Ma dovrà, il Non Essere, mutare in quanto l'Essere muta e si trasforma.

La concezione parmenidea potrebbe essere superata solo facendo confluire il Non Essere nell'Essere. Se l'Essere è, ed è immutabile, allora il Non Essere è nell'Essere e ne rappresenta la parte ignota all'uomo. In questo modo diventa possibile pensare il Non Essere, perché esso non è più ciò che non è in assoluto, ma è un Non Essere relativo e, come tale, è un Essere Possibile.

Si è visto sia partendo dal reale (ricerca dell'uomo) sia osservando un essere non reale (il Tutto) come il Non Essere perda di senso così come pensato da Parmnide e si trasformi in reale oggetto del pensiero, quindi in un Essere Possibile.

In conclusione, l'Essere è stato, è e sarà ciò che è e ciò che non è, mentre il Non Essere è un Non Essere Ora (parte dell'Essere) in contrapposizione a ciò che è ora, quindi è un Non Essere Ora Relativo.

 

Santone

 

HOME