I dazi nel 2005

Negli ultimi mesi sempre più forte si sta levando la voce di chi richiede dazi per proteggere le industrie italiane dalla concorrenza estera, in particolar modo dalla concorrenza cinese. Nella classe politica grande eco a questa richiesta viene fatta dalla Lega Nord.

Nelle ultime settimane queste richieste hanno varcato i confini nazionali e il Governo, a quanto pare, ha investito la Comunità Europea del problema, richiedendo l'avvio di misure antidumping contro la Cina per proteggere il settore tessile.

Le preoccupazioni sono molte.

In primo luogo bisogna vedere perchè la Lega sta portando avanti questa battaglia. E' solo una questione elettorale oppure sono veramente preoccupati dal futuro? Per ora è difficile dare una soluzione. Indubbiamente l'enfasi di alcune dichiarazioni lascia trasparire un certo fervore pre elettorale. Inoltre, seppur le preoccupazioni siano legittime, mi sorge un altro dubbio sulla fondatezza della questione. Il dubbio mi sorge analizzando le rilevazioni sul tasso di disoccupazione nelle varie provincie d'Italia. Se la situazione è così tragica come mai nel Nord vi è ancora un tasso di disoccupazione notevolmente più basso rispetto al Sud d'Italia? Forse, come accaduto spesso e volentieri, per non dire sempre, nella storia italiana si ascolta subito la "voce" del Nord e si dimenticano le altre legittime richieste. Il Sud cosa dovrebbe fare? Erigere dazi del 180% su tutti i prodotti? Serrare le saracinesche dei negozi cinesi? Per me si sta facendo troppo (richiedere i dazi) per pochi (il settore tessile) e quasi niente per molti (i disoccupati del Meridione).

L'altra questione su cui ci si può soffermare è quella che riguarda la reale utilità della introduzione dei dazi. Si sapeva da un decennio che il 1/1/2005 sarebbe scaduto l'accordo Multifibre e che quindi non ci sarebbero più state limitazioni all'importazione di prodotti tesili cinesi! Si è fatto qualcosa in questi anni per prevenire questo fenomeno? Credo di no...Solo negli ultimi mesi del 2004 qualcuno se ne è ricordato. Un pò troppo tardi. Non avendo agito per tempo è ovvio che ora si chiedano i dazi per sistemare la situazione. Ancora una volta in Italia, come accaduto già a fine Ottocento e durante la seconda metà del Novecento, si ricorre a misure tampone per risolvere problemi strutturali! Quanto tempo potranno durare i dazi? 1,2,5,10 anni? E dopo? Cosa succederà dopo? I dazi non servono a niente. Su quelle produzioni i cinesi, ma anche altri Paesi dell'Est, avranno sempre un vantaggio competitivo rispetto all'Italia. Inoltre credo che se verranno varate misure protettive queste non serviranno da stimolo per le imprese. Come accaduto in passato, invece di sfruttare la protezione per ammodernare i processi produttivi e per incrementare qualità e competitività essa servirà solo per far continuare la sopravvivenza di alcune aziende marginali e per preservare la rendita di molti imprenditori.

Per questi motivi sono contrario ai dazi. Non si risolve con una misura temporanea, antistorica e antieconomica un problema strutturale. E poi...se i cinesi fossimo noi quale sarebbe la nostra reazione? La Globalizzazione deve spingerci anche a questa riflessione. La visione deve essere globale sempre e comunque, non solo quando ci fa comodo!

AF 23/3/2005

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