L'Italia economica di Berlusconi

 

Caro lettore e cara lettrice,

cercherò con qualche dato economico di semplice interpretazione, di far capire quali siano stati i risultati in campo economico del Governo Berlusconi.

Mi limito all'esame di 4 anni: 2002, 2003, 2004, 2005. Ho preferito non considerare il 2001 perché il Governo iniziò ad operare ad anno già avviato e perchè le misure attuate nel 2001 erano state predisposte, in gran parte, dal Governo Amato con la Legge Finanziaria dell'anno precedente. Inoltre, essendo "annus elettoralis" è poco attendibile dal punto di vista economico.

Tutti i dati inseriti nelle tabelle sono ufficiali. Le "stime" sono ricavate dai Documenti di Programmazione Economico Finanziaria (D.P.E.F.) presentati annualmente dal Governo. Le stime di ogni anno sono effettuate nel luglio dell'anno precedente. Vi faccio un esempio: le stime per l'anno 2003 le ho prese dal DPEF presentato nel luglio 2002, le stime per il 2004 le ho prese dal DPEF del 2003 e così via. Quindi, ogni stima è fatta a pochi mesi dall'inizio del nuovo anno (precisamente nel luglio dell'anno precedente). In questo modo ho evitato l'utilizzo di stime poco attendibili. Si pensa, infatti, che un Governo abbia fonti a sufficienza per poter intuire nel mese di luglio cosa accadrà l'anno successivo. In questo modo il confronto fra stime e risultati effettivi risulta essere un indicatore attendibile della precisione delle proiezioni economiche del Governo e della bontà delle sue azioni di politica economica.

I dati macroeconomici che vi propongo sono 5: crescita del P.I.L., rapporto deficit/PIL, rapporto debito/PIL, tasso di inflazione e tasso di disoccupazione. Prima di presentarvi i dati, vi spiego brevemente questi cinque indicatori.

PIL: Il PIL è il Prodotto Interno Lordo e cioè il valore dei beni e servizi finali prodotti da una economia nel corso di un anno. Semplificando si può dire che il PIL è il valore di tutto ciò che si è prodotto in Italia nel corso di un anno solare. Si considerano solo i beni e servizi finali escludendo, quindi, i beni intermedi (cioè i beni che servono per produrre i beni finali). Maggiore è il tasso di crescita migliore è la situazione economica del Paese.

Deficit/PIL: è un rapporto molto "famoso". Al numeratore abbiamo la differenza annuale tra le entrate e le uscite dello Stato. (Tra le entrate ci sono tutte le imposte quali ad esempio Irpef, Irpeg o Ires, Iva e i contributi sociali; tra le uscite troviamo ad esempio le spese della Pubblica Amministrazione, gli investimenti e gli interessi pagati sul debito pubblico). Al denominatore abbiamo il Pil. Questo rapporto varia, ovviamente, in base all'andamento del numeratore e del denominatore. Se si vuole ridurre il rapporto deficit/Pil si può agire sul numeratore, riducendo la differenza tra uscite e entrate oppure si può stimolare la crescita del Pil (il denominatore). Il tetto stabilito dal Trattato di Maastricht è del -3%. Ciò significa che il deficit (maggiori uscite rispetto alle entrate) può essere al massimo pari al 3% del denominatore. Nel 2005 il deficit (quindi solo il numeratore) è stato di circa 57.000 milioni di euro. Più alto è il valore di questo rapporto più problematica è la situazione dei conti pubblici ( un rapporto deficit/Pil del -4% è peggiore di un rapporto del -2%).

Debito/PIL: Al numeratore abbiamo il debito che è, semplificando, la somma di tutti i deficit annuali. Questa somma è rapportata al PIL. E' un po' complicato spiegare con precisione come operare per far diminuire questo rapporto. Si può, anche in questo caso, semplificare il tutto e dire che, se si vuole ridurre il rapporto debito/PIL, si deve far aumentare il denominatore più del numeratore, ma sarebbe auspicabile che il numeratore (debito) si riducesse o rimanesse costante nel tempo. Attualmente il debito pubblico (il numeratore) ammonta a circa 1.500.000 milioni di euro. Più elevato è questo rapporto più critica diventa la situazione dei conti pubblici. Nel rapporto il debito è preso con un valore positivo. Un rapporto del 100% è migliore di un rapporto del 110%. Il limite fissato dal Trattato di Maastricht è del 60%.

Tasso di inflazione: è la variazione dei prezzi dei beni inseriti nel paniere dell'Istat. L'Istat pondera il peso di ciascun bene nel paniere e poi estrae un dato aggregato della variazione dei prezzi. Sul sito dell'ISTAT è possibile trovare tutte le variazioni dei prezzi con le rispettive ponderazioni.

Tasso di disoccupazione: è il rapporto tra disoccupati e forza lavoro. Per "forza lavoro" si intende l'insieme degli occupati e dei disoccupati. Per disoccupato si intende la persona che cerca attivamente lavoro, ma non lo trova. Dai disoccupati sono eliminati i cosiddetti "lavoratori scoraggiati". Essi sono disoccupati che non cercano attivamente il lavoro perché non credono di poterlo trovare. E' bene precisare che l'aumento dei lavoratori scoraggiati fa diminuire il tasso di disoccupazione anche se queste persone sono a tutti gli effetti disoccupati.

Alcune precisazioni prima dei dati: 1) la stima del Governo per l'anno 2002 è contenuta nel D.P.E.F. pubblicato nel luglio 2001 e cioè prima degli attentati terroristici dell'11 settembre 2001. Ciò può spiegare parte dello scostamento tra stime e valori effettivi; 2) i valori possono differire a seconda della fonte. Ho cercato di usare dati del Governo o di istituzioni indipendenti; 3) l'Istat ha da poco rivalutato i valori del PIL dal 1999 al 2005. Questo influisce sui valori dei rapporti esaminati. Tutti i valori presentati non tengono conto di questa variazione (che sicuramente verrà presa a pretesto da alcuni politici per "farsi belli" davanti agli elettori, visto che i rapporti diminuiscono). Alla fine riporto, per dovere di informazione, i dati rivisitati dall'Istat.

Buona lettura.

2002

  stime Governo risultati effettivi
crescita pil

+3,1%

+0,3% (1)

rapporto deficit/pil

-0,5%

-2,9% (1)

rapporto debito/pil

(*)

108,3% (2)

tasso di inflazione

+1,7%

+2,5% (3)

tasso di disoccupazione

9,5%

9,0% (4)

Stime: DPEF 16/07/2001.

(*)nel DPEF non ci sono stime sul rapporto debito/PIL

 

2003

  stime Governo risultati effettivi
crescita pil

+2,9%

0,0% (1)

rapporto deficit/pil

-0,8%

-3,4% (1)

rapporto debito/pil

104,5%

106,8% (2)

tasso di inflazione

+1,4%

+2,7% (3)

tasso di disoccupazione

8,5%

8,4 (4)

Stime: DPEF 05/07/2002.

 

2004

  stime Governo

risultati effettivi

crescita pil

+2,0%

+1,1% (1)

rapporto deficit/pil

-1,8%

-3,4% (1)

rapporto debito/pil

104,2%

106,6% (2)

tasso di inflazione

+1,7%

+2,2% (3)

tasso di disoccupazione

8,5%

8,0% (4)

Stime: DPEF 16/07/2003.

 

2005

  stime Governo risultati effettivi
crescita pil

+2,1%

0,0% (1)

rapporto deficit/pil

-2,9%

-4,1% (1)

rapporto debito/pil

106%

108% (5)

tasso di inflazione

+1,6%

+1,9% (3)

tasso di disoccupazione

8,2%

7,7% (4b)

Stime: DPEF 29/07/2004.

 

(1) dati ufficiali forniti dall'Istat il giorno 1 marzo 2006. (www.istat.it)

(2) dati tratti dal "Quaderno strutturale dell'economia italiana" Giugno 2005, pubblicazione del Ministero dell'Economia e delle Finanze. (www.tesoro.it)

(3) dati tratti dalle serie statistiche ufficiali dell'Istat. (www.istat.it)

(4) dati tratti dalla Relazione Annuale del Governatore della Banca d'Italia 2003 e 2005. (www.bancaditalia.it)

(4b) rilevazione Istat agosto 2005.

(5) Il dato ufficiale e definitivo non è ancora disponibile. Le stime, di diversi istituti, indicano un valore approssimativo del 108%.

 

Ecco i dati che l'Istat ha rivisitato negli ultimi giorni. Fonte: Elaborazioni Il Sole 24 Ore del 03/03/2006 dati in miliardi di Euro.

Anni

Debito Pubblico PIL, nuova serie Istat vecchio rapporto debito/Pil nuovo rapporto debito/Pil
1999 1280 1127 115,6% 113,6%
2000 1298 1191 111,3% 108,9%
2001 1350 1248 110,9% 108,2%
2002 1365 1295 108,3% 105,4%
2003 1387 1335 106,8% 103,9%
2004 1423 1389 106,6% 102,9%
2005 (stime) 1502 1417 108,5% 105,9%
2006 (previsioni)

1567

1469

   

 

AF 12/03/2006

INTERVENTI