E intanto il tempo se ne va...

È un verso di una famosa canzone di Celentano. È ciò che sta succedendo in Italia nel corso degli ultimi mesi. Da quando è cominciata la crisi il Governo vivacchia: ha promesso un piano per il Sud nel Luglio 2009 e non si è visto niente (qualcuno si ricorda le promesse di Berlusconi??), promettono a giorni alterni la riduzione delle tasse e a giorni alterni la smentiscono, promettono di sostenere le famiglie e l’unica cosa che si è vista è la Social Card. Insomma, tante promesse, ma pochi fatti. Qualcuno potrebbe obiettare che con il debito che abbiamo è difficile dare avvio a misure che richiedano un ingente impegno di spesa. Indubbiamente in Italia abbiamo il vincolo del debito (e stiamo vedendo in questi giorni quanti problemi possa comportare un bilancio fuori controllo, vedi Grecia e Spagna). Il problema è che Berlusconi e Tremonti non stanno facendo niente, neanche le riforme a costo zero! Cosa costa liberalizzare qualche settore produttivo? Liberalizziamo la distribuzione di benzina, liberalizziamo i servizi di trasporto (dai trasporti comunali, al trasporto ferroviario e aereo), riduciamo la burocrazia (che fine ha fatto il progetto che prevedeva la possibilità di aprire un’attività in un giorno?), se non ci sono fondi per molte zone franche se ne scelgano 5 e si concentri lì tutta l’attenzione, si liberalizzi la vendita diretta dei prodotti agricoli (per ridurre i passaggi da produttore a consumatore)…c’è da lavorare, ma non si vede alcun movimento in tal senso! E sono tutti interventi a costo zero che potrebbero svegliare qualche settore produttivo. 

Ci sono poi interventi per poter fare cassa: vendere la Tirrenia, chiudere realmente gli enti inutili, eliminare le province (leggi un post precedente), accorpare i piccoli comuni (suggerimento di un lettore), ridurre le spese per i nuovi armamenti (leggi un precedente post), accordarsi con BCE e Banca d'Italia per far fruttare almeno una parte delle riserve auree (che sono pur sempre patrimonio dei cittadini), incrementare l'età pensionabile, incrementare la tassazione sui guadagni finanziari (misura che sicuramente impatta più su speculatori e ricchi che sul cittadino medio), inserire una ulteriore aliquota Irpef per i super ricchi. Provvedimenti che potrebbero fruttare anche più di 20 miliardi di euro (ad essere prudenti...).


Qui invece non si fa nulla, il tempo se ne va e la crisi incide sulla nostra nazione molto più che altrove! Gli ultimi dati sul PIL, non commentati né da Berlusconi né da Tremonti, parlano chiaro: la ripresa in Italia si è già fermata (in barba a tutte le previsioni del Governo, ma anche degli istituti internazionali, OCSE e FMI in primis) e nel 2009 siamo la nazione del G7 che ha sofferto di più! E per fortuna che “la crisi non c’era”, “la crisi è alle spalle” o “l’Italia sta rispondendo meglio di altri ala crisi”. 
 

Per favore, meno chiacchiere e più fatti!

AF 13/02/2010

Vietata la riproduzione. Se vuoi citare scrivi: Antonio Forte, "E intanto il tempo se ne va...", http://antonioforte.xoom.it.

 

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