International survey (1)

GLI ECONOMISTI E LA CRISI INTERNAZIONALE: LE CAUSE

di Antonio Forte e Giovanni Pesce.

Nell’ultimo anno, con il dispiegarsi sempre più impetuoso della crisi internazionale, si è cominciato a discutere in modo analitico sulle possibili cause delle turbolenze finanziarie. Sull’argomento sono intervenuti numerosi economisti e politici. Le loro riflessioni, però, non sono state sempre concordi e ciò potrebbe aver impedito una corretta e precisa comprensione del contesto economico che ci circonda. E quindi, per rendere più chiaro l’attuale scenario, gli scriventi, con il supporto del Dipartimento di Scienze economiche e metodi matematici dell'Università di Bari, hanno condotto un’indagine internazionale con l’obiettivo di analizzare in modo diretto la percezione della crisi da parte degli economisti. Il questionario, composto di diverse sezioni, ha dedicato l’intera prima parte ai fattori che hanno scatenato la crisi. Dall’analisi delle 772 risposte (arrivate da 42 nazioni) si può dedurre in modo inequivocabile quali siano state percepite come cause dell’attuale crisi internazionale. Agli economisti contattati abbiamo proposto una serie di 13 possibili fattori e ogni intervistato doveva indicare, in una scala da 1 a 5, quanta importanza ha rivestito, a suo parere, ogni singola causa. Questi voti sono stati poi aggregati e si è calcolata la media. Più questo valore è vicino a 5, più il fattore è considerato fondamentale nell’aver determinato la crisi. A livello globale il fattore più gettonato e, quindi, considerato il più importante a scatenare l’attuale crisi, è “la quota crescente di mutui concessi a debitori con basso merito creditizio (mutui subprime) negli anni 2000”. La media ottenuta da questo fattore è molto elevata, 4,45, a testimonianza del ruolo fondamentale che hanno avuto i mutui subprime nel determinare gli squilibri dei mercati immobiliare e finanziario. Una media altrettanto elevata è stata raggiunta da un fattore fortemente legato al precedente. Infatti, il secondo fattore in ordine di importanza (con 4,32) è “la bolla del mercato immobiliare”. È evidente che gli economisti concordano nel ritenere il settore immobiliare il cuore del problema. La crisi, come noto, si è poi diffusa in tutto il sistema finanziario per due motivi. In primo luogo a causa “dell’ampio uso e della diffusione internazionale degli strumenti derivati legati al settore immobiliare (come gli ABS, Asset Backed securities, e i CDO, Collateralized Debt Obligations)” che hanno permesso il trasferimento del rischio dalle banche ad altri soggetti, fattore cui gli intervistati attribuiscono un voto di 4,28. Ma a tutto ciò si aggiunge anche un altro aspetto assai importante (con voto 4,27): “una regolamentazione inadeguata rispetto alle profonde e veloci innovazioni finanziarie” che non ha potuto limitare i danni che pian piano si andavano diffondendo nei mercati finanziari. Una media parimenti elevata, 4,22, è, infine, ottenuta dalla “errata quantificazione da parte delle agenzie di rating dei rischi di controparte e di liquidità degli strumenti derivati”. Grazie alle risposte degli economisti si può quindi dipingere un quadro estremamente chiaro della crisi poiché essi hanno individuato proprio il cuore del problema. Nel mercato immobiliare si è sviluppata una bolla speculativa stimolata dai mutui subprime perché le banche potevano trasferire il rischio ad altri soggetti grazie all’uso di nuovi strumenti finanziari, perché c’era una supervisione poco attenta (se non compiacente) e perché le agenzie di rating facilitavano la diffusione di alcuni strumenti finanziari classificando in modo errato il loro rischio. Quello appena descritto è il circolo vizioso che emerge dai risultati della nostra indagine e che dipinge in modo preciso ciò che è realmente avvenuto. Gli altri fattori che avevamo proposto (vedi tabella allegata) hanno registrato una media inferiore a 4 e alcuni hanno ottenuto un voto decisamente basso. L’indagine ha evidenziato che a livello globale c’è un certo idem sentire fra gli economisti sulle cause che hanno scatenato l’attuale crisi finanziaria e reale. Interessante, e lo vedremo in un successivo articolo, è anche individuare se questa visione condivisa è presente anche nel suggerire i possibili rimedi affinché una situazione come quella degli ultimi mesi non si ripresenti in futuro.

I fattori che hanno causato la crisi

Fattore

Media*

Quota crescente di mutui concessi a debitori con basso merito creditizio (mutui subprime)

4,45

La bolla speculativa nel mercato immobiliare

4,32

Ampio uso e diffusione internazionale degli strumenti derivati legati al settore immobiliare (ABS e CDO)

4,28

Regolamentazione inadeguata rispetto all’innovazione finanziaria

4,27

Errata quantificazione del rischio di controparte e di liquidità degli strumenti derivati da parte delle agenzie di rating

4,22

Bassa capitalizzazione di banche intermediari finanziari

3,83

Gestioni troppo aggressive da parte del management bancario e finanziario

3,75

Politica monetaria espansiva della Fed nei primi anni 2000

3,73

Frammentazione del sistema di regolamentazione negli USA

3,64

Azzardo morale da parte di Fannie Mae e Freddie Mac.

3,64

Azzardo morale da parte di aziende finanziarie e assicurative (ad esempio Bear Stearns, AIG)

3,63

Cambiamenti della politica monetaria della Fed

2,32

Politica monetaria restrittiva della Fed prima della crisi  (2005-06)

2,21

*La media può assumere valori compresi tra 1 e 5.

Fonte: Forte, A. e Pesce, G. “International Financial Crisis: An Expert Survey”.

L’intero questionario è visionabile sul sito www.dse.uniba.it

(Pubblicato su LA GAZZETTA DELL'ECONOMIA il 07/02/2009)

AF 07/02/2009

INTERVENTI