International survey (2)

GLI ECONOMISTI E LA CRISI INTERNAZIONALE: I RIMEDI

di Antonio Forte e Giovanni Pesce.

Nel precedente articolo vi abbiamo parlato delle cause scatenanti la crisi internazionale, ora vedremo come gli economisti giudicano i rimedi attuati da governi e istituzioni. I dati qui di seguito riportati, come nel precedente articolo, fanno riferimento all’indagine internazionale condotta dagli scriventi con il supporto del Dipartimento di Scienze Economiche e Metodi Matematici della Facoltà di Economia di Bari. Dal parere dei 772 economisti intervistati, emergono alcuni risultati interessanti e non del tutto scontati. Come per le cause scatenanti la crisi, ciascun economista, doveva indicare, in una scala da 1 a 5, quanto, in questo caso, il rimedio considerato è efficace nel contrastare la crisi internazionale. Più il valore medio delle risposte è vicino a 5, più il fattore è considerato fondamentale nell’azione di contrasto della crisi. A differenza dei pareri espressi sui fattori scatenanti (valori massimi di circa il 4,2), i giudizi espressi sull’efficacia delle misure di contrasto adoperate mostrano valori medi leggermente inferiori (valori massimi attorno al 3,6) rivelando come gli economisti non sono pienamente concordi sull’efficacia degli stessi. Le azioni che hanno ottenuto il valore medio più elevato sono state l’ ”iniezione di capitale pubblico nelle banche (ricapitalizzazione pubbliche)” con un 3,69 e l’ “immissione di liquidità sui mercati da parte delle Banche Centrali” che ha registrato un valore medio di 3,63. Chiaramente, emerge che gli economisti intervistati ritengono opportuno l’intervento dei governi e delle Banche Centrali nel fornire liquidità straordinaria in un periodo di elevata restrizione del credito quale l’attuale. Tale concetto è ribadito dal fatto che la misura che ha ottenuto il terzo punteggio medio più elevato (3,41) è l’ “estensione delle garanzie sui depositi da parte dei governi”. Qualche ruolo nel combattere la crisi rivestono anche altre due opzioni quali il sistema del “Commercial Paper Funding Facility della Federal Reserve per acquistare commercial papers” (3,26) e l’ “istituzione di una stanza di compensazione da parte delle Banche Centrali per il mercato interbancario” (3,21). A sorpresa, il piano “made in USA” per l’acquisto da parte del Tesoro dei cosiddetti “titoli tossici” detenuti dalle istituzioni finanziarie, il “Toxic Assets Relief Project” (TARP), ha un ruolo marginale come rimedio alla crisi; infatti, registra un valore medio di appena 2,90. Marginali risultano essere anche l’ “istituzione di un fondo sovranazionale per l’Europa e l’Asia” (2,83) e le tanto discusse e auspicate “restrizioni temporanee delle vendite allo scoperto dei titoli finanziari” (2,31) applicate in gran parte dei mercati finanziari. Questo è il quadro dei giudizi riguardo le principali misure adottate dalle autorità mondiali. Guardando al futuro, e cioè alle misure che potrebbero essere attuate per far sì che crisi internazionali come quella in atto non si verifichino più in futuro emerge un sostanziale giudizio favorevole per “requisiti di capitale e di rischio operativo più stringenti per banche e istituzioni finanziarie (Basilea 3?)” che ottengono un voto medio pari a 4,10. Un valore abbastanza elevato, 3,78, si ottiene anche per un’altra possibile misura in un certo modo connessa con la precedente come la “regolamentazione e supervisione delle agenzie di rating da parte delle autorità di mercato”. Entrambe le precedenti misure vanno nella direzione di una maggiore regolamentazione e sorveglianza dei diversi attori dei mercati finanziari. Una misura che al contrario ottiene scarsi consensi è l’ “introduzione di limiti per i compensi e i bonus dei top managers e dei traders” con un valore medio pari al 2,69. Tale risultato è in contrasto con la spinta da parte dell’opinione pubblica, accolta dalla classe politica, di porre un freno ai compensi milionari. Dai risultati dell’indagine emerge quanto i rimedi, presenti e futuri, più efficaci nel combattere la crisi risiedano nella maggiore disponibilità di capitale. Capitale di origine pubblica per il superamento delle attuali difficoltà e capitale privato, in futuro, grazie ad una migliore regolamentazione e ad una più accurata sorveglianza  da parte delle autorità preposte.

 

Le misure per evitare che la crisi si ripeta domani.

Misura

Media*

Requisiti di capitale e di rischio operativo più stringenti per le banche e per le istituzioni finanziarie (Basilea 3?).

4,10

Regolamentazione e supervisione delle agenzie di rating da parte delle autorità di mercato.

3,78

Introduzione di limiti alla compensazione e ai bonus dei top managers e dei traders

2,69

*La media può assumere valori compresi tra 1 e 5.

Fonte: Forte, A. e Pesce, G. “International Financial Crisis: An Expert Survey”.

L’intero questionario è visionabile sul sito www.dse.uniba.it

 

(Pubblicato su LA GAZZETTA DELL'ECONOMIA il 14/02/2009)

AF 21/02/2009

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