Il Trattato di Maastricht

 

Il Trattato di Maastricht alcuni mesi addietro è stato argomento su cui molti hanno dibattuto. Ora sembra che non interessi più ad alcuno.

Ritengo invece molto importante spendere due parole su cosa potrebbe accadere nei prossimi anni alla luce dei provvedimenti adottati nei mesi passati.

Come è risaputo, Francia e Germania non sono riuscite nel 2003 a rispettare ancora una volta il più "famoso" parametro inserito nel Trattato di Maastricht. Mi riferisco alla soglia del 3% nel rapporto deficit/PIL.

E' bene ricordare che questo valore fu individuato e fortemente voluto dalla Germania e dalla Francia perchè erano preoccupate che gli altri Paesi, una volta adottato l'Euro, cominciassero ad adottare politiche economiche "allegre" e poco rigorose. Fu un valore scelto soprattutto "contro" l'Italia che evidenziava in quegli anni gravi difficoltà nel rispettare i parametri inseriti nel Trattato del 1992. Si può affermare che questo valore fu scelto nella speranza che l'Italia non riuscisse a centrarlo! Basti pensare che negli anni novanta un rapporto deficit/Pil intorno al 6% era un successo per la nostra economia!

Nonostante tutto riuscimmo, quasi miracolosamente (ancora oggi molti economisti francesi e tedeschi affermano che l'Italia adottò sicuramente trucchi contabili...), a raggiungere quell'obiettivo tanto difficile. Fu grazie a quell'incredibile sforzo di risanamento delle finanze pubbliche (alcuni ricorderanno l'Eurotassa, poi restituita) che riuscimmo a guadagnare il tesserino per entrare nell'Eurosistema.

Nel corso degli anni siamo riusciti, anche in condizioni di crescita peggiori degli altri Paesi europei, a rimanere al di sotto di quella soglia. Francia e Germania soprattutto negli ultimi anni non sono riuscite a gestire situazioni di squilibrio nei conti dovute a periodi di stagnazione e recessione. Il Trattato prevede che in caso di sforamento della soglia del 3% vi sia un avvertimento e solo se tale soglia viene superata per tre anni consecutivamente (cosa successa a francesi e tedeschi) possono scattare le sanzioni. A questo punto vi sono due pensieri diversi: 1) alcuni ritengono che il Trattato sia poco elastico e che purtroppo Francia e Germania stanno attraversando una lunga fase problematica; 2) altri invece asseriscono che siano state volutamente evitate le contromisure correttive per evitare di incidere troppo sui redditti dei rispettivi Paesi (correzioni che l'Italia invece fu costretta a porre in atto per entrare nell'Eurozona).

Il sottoscritto propende per la seconda opinione, soprattutto perchè Francia e Germania hanno attraversato periodi di crescita più lunghi e marcati rispetto al nostro Paese e avrebbero, quindi, potuto agire per tempo in maniera più radicale.

Ritengo offensivo per l'Italia, alla luce degli sforzi che abbiamo sostenuto e che sosteniamo ancora oggi, l'atteggiamento del nostro Governo che ha appoggiato Francia e Germania bloccando l'iter che avrebbe portato alle sanzioni. E' indubbiamente un atteggiamento che difficilmente può trovare spiegazione a meno che... a meno che non sia una mossa preventiva!

Negli ultimi anni siamo riusciti a centrare l'obiettivo del 3% solo grazie a misure one-off (una tantum). E' possibile che il ministro Tremonti abbia appoggiato Francia e Germania per creare un precedente e per avere in futuro il loro appoggio in caso di necessità. Infatti, se l'Italia dovesse "sforare" nei prossimi anni la soglia del 3%, e molti analisti lo prevedono, è molto probabile che nessuno chieda di applicare le dovute sanzioni perchè non è stato fatto contro Francia e Germania e perchè queste due Nazioni voteranno a favore dell'Italia ricambiando il voto italiano!

Bisognerebbe riflettere su tali comportamenti. A mio parere appoggiando Francia e Germania abbiamo "svenduto" anni di sacrifici per aiutare chi ci aveva imposto quei sacrifici.

Però se fossi Tremonti mi farei questa domanda: sono sicuro che Francia e Germania ricambieranno il favore? A pensar male si fa peccato...

 

AF 26/03/2004

 

INTERVENTI