La Federal Reserve (2)

In un precedente articolo ho descritto per sommi capi perché la Federal Reserve aveva deciso di ridurre i tassi di interesse. Ora cercherò di esaminare un'altra questione importante. In molti si chiedono perché negli ultimi mesi la FED è stata così attiva nel manovrare il tasso sui Federal Funds (così si chiama il tasso guida negli USA, il tasso di cui parlano giornali e telegiornali) mentre la Banca Centrale Europea ha deciso di adottare una tattica più attendista. E' sufficiente osservare il grafico qui accanto (verde è rappresentato il tasso guida della Fed, appunto il Federal Funds Rate, e in rosso il tasso BCE, che si chiama Main Refinancing Operations Rate) per capire che fra le due banche centrali c'è una diversa impostazione della politica monetaria.

Per comprendere questa diversa attitudine si deve partire dagli statuti o regolamenti che disciplinano le due banche cioè capire su quali principi si fonda la strategia generale delle rispettiva politiche monetarie. Ebbene, nello statuto della BCE è esplicitamente indicato che la Banca Centrale Europea ha nella stabilità dei prezzi il suo compito principale. Dopo aver assicurato questo obiettivo, la BCE può utilizzare gli strumenti in suo possesso per contribuire a realizzare gli obiettivi macroeconomici che l'Unione Europea ha indicato nel Trattato e cioè una crescita stabile, la creazione di posti di lavoro e la riduzione delle diseguaglianze. Quindi, la BCE, come tutti sanno o dovrebbero sapere, ha soprattutto, e quasi esclusivamente, il compito di tenere sotto controllo il tasso di inflazione. In modo particolare questo obiettivo si intende raggiunto se il tasso di inflazione è "below but close to 2%" nel medio periodo. Cioè il tasso di inflazione annuale deve oscillare intorno al 2% e preferibilmente stare al di sotto di questa soglia. Per la Fed la situazione è profondamente diversa. In primo luogo non c'è un valore di riferimento esplicito per il tasso di inflazione. Si dice che la FED stia attenta all'inflazione "core" (cioè al tasso di inflazione che esclude le componenti più volatili come l'energia) e operi affinché tale tasso di inflazione sia attorno al 2%, ma non c'è mai stata una comunicazione ufficiale della Fed su questo punto. Inoltre, aspetto forse ancora più importante, il mandato attribuito alla Fed dal suo statuto è molto più ampio! La Fed concorre con la sua politica non solo a tenere bassa l'inflazione, ma anche a stimolare la crescita economica e a creare posti di lavoro. Si può così spiegare perché le due banche centrali operino in modo così diverso: più graduale e "lenta" la BCE, più aggressiva e pronta la Fed. Nel grafico si può notare come la Fed abbia variato i tassi di interesse un numero maggiore di volte rispetto alla BCE e in una banda di oscillazione più ampia.(si prende in esame il periodo gennaio 99- febbraio 08)

A questo punto ci si potrebbe chiedere quale delle due impostazioni sia migliore. E qui, la risposta da economista è: dipende! Non si può dire a priori se sia meglio limitare o ampliare gli obiettivi che una banca centrale deve cercare di raggiungere.

 

Ci sono teorie che hanno ampiamente dimostrato che è impossibile ottenere due risultati contrastanti (come l'inflazione stabile e una forte crescita, che solitamente stimola la crescita dei prezzi) con un solo strumento. Cioè sarebbe difficile con una fava (il tasso di interesse) prendere due piccioni (bassa inflazione e alta crescita). Per questo in Europa si è deciso di affidare alla BCE il solo controllo dell'inflazione e far sì che sia la politica fiscale dei singoli Paesi membri a stimolare la crescita. Insomma, una equa divisione dei compiti. Ed infatti, la stessa Fed, in questi mesi, sta trascurando i segnali di ripresa dell'inflazione negli USA e si sta concentrando solo sullo stimolo alla crescita attraverso la riduzione dei tassi. Però è anche vero che negli ultimi anni la crescita economica degli USA è stata superiore a quella dell'area Euro. Il risultato derivante da una scelta o dall'altra non è scontato.

Da questa breve analisi derivano due importanti considerazioni: 1) quando si sentono i politici italiani o europei alzare la voce contro la Bce dovremmo stare attenti. La Bce ha il solo mandato di controllare i prezzi e fino ad ora lo sta facendo discretamente bene. Anzi, negli ultimi mesi avrebbe dovuto continuare a rialzare i tassi perché l'inflazione sta dando segnali negativi (cioè sta salendo ben oltre il 2%, siamo un po' sopra il 3% nell'intera area Euro) e invece ha deciso di lasciarli invariati evitando una ricaduta oltremodo negativa sulla crescita; 2) dovremmo chiederci cosa non hanno fatto e non fanno i politici italiani ed europei per migliorare la situazione economica. Invece di guardare la pagliuzza della Bce guardino le loro travi!

AF 01/03/2008

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