Bossi e le gabbie salariali

Negli ultimi giorni ho sentito e letto una dichiarazione dell'onorevole Bossi. E' una proposta che viene fatta non solo dai leghisti. Si tratta della modulazione territoriale dei salari in modo da tenere in considerazione il costo della vita. Per dirla in parole semplici: due persone con lo stesso lavoro devono percepire salari diversi a seconda della zona di residenza. In teoria non sarebbe una idea malvagia. Bisognerebbe rafforzare il potere d'acquisto di chi lavora in aree con prezzi dei beni più elevati. Un esempio semplice chiarirà la questione. Se guadagno 100 euro e il pane costa 1 euro al kg posso comprare 100 kg; se invece il pane costa 2 euro al kg ne posso comprare 50 kg. Quindi, per eguagliare la situazione, nella seconda area si dovrebbero ricevere 200 euro. Così sarebbe possibile acquistare 100 kg di pane. Credo che il problema di fondo adesso sia chiaro.

Però, non mi convincono due aspetti della questione.

Il primo è che, ovviamente, Bossi lo propone per incrementare i salari del Nord. E' una tipica proposta anti-meridione e quindi è viziata in origine. Anche perchè, basare il salario solo sul livello dei prezzi rende la questione molto squilibrata (squilibrata in favore del Nord...). Infatti, se si vogliono creare le gabbie salariali in modo corretto bisognerebbe tenere in considerazione molti altri fattori. Ad esempio, il livello dei servizi della Pubblica Amministrazione nel Meridione è inferiore rispetto al Settentrione. Ciò comporta un aggravio di tempo (che è denaro) e di spese per il cittadino meridionale. Ancora, lo stesso si può dire per i servizi sanitari. Visto che per trovare ospedali di eccellenza i cittadini del Meridione sono obbligati a compiere i "viaggi della speranza" anche questo disservizio dovrebbe essere considerato. O ancora, molti lavoratori settentrionali sono cittadini meridionali costretti a trasferirsi al Nord per trovare lavoro (non certo per scelta...): a questi dovrebbe essere accreditato un salario molto superiore (se lavoro lontano dal mio paese natale devo prendere in affitto una casa, non posso dividere le spese con la famiglia, devo spendere soldi per i trasferimenti...). Senza considerare che al Nord molti altri costi sono inferiori. Ad esempio, il tasso di interesse praticato sui mutui è mediamente più elevato al Sud, anche per persone-imprese con le stesse caratteristiche di altre persone-imprese del Nord. Sembra chiaro, quindi, che se si dovesse realmente considerare la situazione nel suo complesso, forse sarebbe il cittadino meridionale a dover richiedere un aumento del salario.

L'altra questione è che i governi degli ultimi anni (senza alcuna eccezione) hanno praticato una politica di supporto alle imprese. A volte anche sfacciata e inutile. C'è stata una evidente redistribuzione a favore delle imprese e a sfavore dei lavoratori. E sicuramente non si può dire che il sottoscritto sia un comunista. Lo dico perchè i numeri e le statistiche lo rendono palese (ma pochi ne parlano...e chi parla, come me, a volte viene anche deriso dai famosi professoroni-economisti-imprenditoroni italiani...). Quindi, se si dovesse proseguire su questa strada potrebbe accadere che per accontentare le imprese, invece di incrementare i salari al Nord per dare più potere d'acquisto in quelle aree, si finirà per equilibrare la situazione perequando verso il basso. Cioè, si toglierà salario ai lavoratori meridionali. Ne sono quasi sicuro!

Quindi, vigiliamo affinché non si realizzi l'ennesima truffa contro il Meridione e il suo popolo.

AF 07/06/2009

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