Bush e l'Europa

L'elezione di Bush apre nuovi scenari per l'economia mondiale. In molti hanno esaminato le cause sociali e politiche della rielezione del Presidente degli USA, ma stranamente poco si è riflettuto sul ruolo chiave dell'economia nella rielezione del Presidente. Bush junior cercherà in tutti i modi di portare l'economia americana verso un soft lending sostituendo alla spinta di politiche fiscali e monetarie espansive quella del tasso di cambio.

Andiamo per gradi.

1) La Fed e Bush dopo l'11 settembre del 2001 per limitare gli effetti negativi della recessione, accentuati dagli attentati, hanno avviato politiche monetarie e fiscali talmente espansive che forse non si hanno paragoni nella storia americana. Insomma, Bush e Greenspan hanno gettato litri e litri di benzina (soldi) sul fuoco (economia) per evitare che si spegnesse.

2) Queste politiche non sono però perpetuabili per molto tempo ed è quindi ormai giunto il redde rationem. La benzina è finita e si deve riportare la situazione alla normalità. Questo comporterà una riduzione della spinta alla crescita.

3) E' ormai anche arrivato il momento di ridurre il deficit commerciale degli USA. Per farlo, la misura più drastica sarebbe quella di un contenimento del reddito nazionale per far diminuire le importazioni. La misura è ovviamente impopolare ed è certo che non verrà attuata.

4) Gli Usa, più credibilmente, cercheranno di riequilibrare la loro economia con politiche del beggar thy neighbour. Cercheranno, quindi, di esportare i loro squilibri.

5) Purtroppo i "prescelti" sono gli europei! Toccherà a noi porre rimedio ai problemi degli statunitensi. Infatti, l'Euro sarà costretto ad apprezzarsi nei confronti del Dollaro anche in presenza di una economia americana più dinamica di quella europea e anche in presenza di tassi Usa più elevati di quelli europei (per ora sono pari...). L'Euro si rafforzerà anche se tutto farebbe prevedere il contrario.

6) In questo modo gli Usa potranno esportare di più verso l'Europa e riusciranno a bloccare le nostre esportazioni. Riusciranno così a tenere viva l'economia con l'aumento delle esportazioni e potranno con calma ridurre il deficit di bilancio (non ci saranno più gli sgravi fiscali e questo farà rallentare l'economia, ma le esportazioni compenseranno questa riduzione) e quello commerciale.

7) Lo scenario però deve essere esteso. Se l'Euro si rafforzerà, ed è molto probabile, ciò favorirà anche la Cina. Infatti, la moneta cinese è legata al Dollaro americano. Se il Dollaro si deprezza nei confronti dell'Euro questo trascina verso il basso anche lo Yuan cinese e questo rende ancora più competitive le merci cinesi.

8) Anche i politici cinesi mirano ad un soft lending per la loro economia ed infatti stanno pian piano aumentando i tassi. Riusciranno a rallentare con tranquillità perchè la stretta interna sarà bilanciata dalla crescita dell'export. Tutto ciò servirà a mantenere buoni rapporti fra Cina e Usa. I cinesi infatti sono tra i primi a fare credito agli Usa permettendo loro di vivere sopra i limti. Se i cinesi ritirassero i flussi che inviano negli Usa la situazione americana si aggraverebbe.

Noi europei saremo costretti a soffrire a lungo per aiutare gli Usa! Potremmo però sfruttare la situazione. Con questo scenario diventa molto conveniente investire in Cina e, perchè no, anche negli Usa.

Credo però che i riflessi che colpiranno i cittadini europei saranno negativi. Molte imprese avranno difficoltà ad esportare. Molte altre subiranno una ancor più serrata concorrenza cinese. Saranno tempi duri per l'occupazione.

Una prospettiva sull'Euro. Si potrebbe arrivare a quota 1,50 nei confronti del Dollaro.

AF 4/12/2004

INTERVENTI