CLASSIFICHE E UOMINI

 

Poche settimane fa l'Università di Shanghai ha pubblicato una classifica molto interessante che prende in esame circa duemila Università sparse in tutto il mondo. La classifica finale riguarda solo le prime cinquecento (le altre non fornivano i dati sufficienti per poter entrare in graduatoria). [Potete scaricare la classifica integrale nella pagina dei "Download"]

E' una classifica francamente impietosa per le Università italiane che si trovano tutte in posizioni poco onorevoli. Siamo tutti consapevoli delle difficoltà del sistema universitario italiano, ma trovare la prima Università italiana solamente al 70° posto ("La Sapienza") è realmente sconfortante. Se poi consideriamo che fra le prime 500 inserite nella lista vi rientrano solo 22 Università italiane si completa il poco lusinghiero quadro della educazione di alto livello in Italia. Per un confronto basti pensare che gli Stati Uniti hanno 15 università fra le prime 20!

Tutto ciò mi spinge a tre riflessioni.

1) Se i nostri ricercatori sono apprezzati in tutto il mondo pur frequentando Università che forniscono una preparazione medio-bassa c'e' qualcosa che non mi quadra. Probabilmente la classifica deve essere affinata nelle metodologie. Un parametro importante per la graduatoria è rappresentato dal numero di ricerche citate in un database mondiale e un altro è quello del numero di citazioni che queste ricerche si sono guadagnate nel mondo. Altri parametri tengono sempre in considerazione il numero di ricerche pubblicate su riviste scientifiche internazionali e il numero di ricerche che ha portato al conseguimento del premio Nobel. Questa metodologia, a mio avviso, è sbagliata. Le Università andrebbero classificate per il grado di preparazione che fornscono agli studenti. I parametri utilizzati si basano solo sulla produttività e sull'importanza delle ricerche. Si sa che molte di queste vengono pubblicate solo perchè provengono da Università importanti, mentre altre ricerche, altrettanto valide, non trovano spazio perchè provengono da realtà molto più marginali. I nostri ricercatori vanno all'estero perchè lì hanno più strumenti, ma anche perchè c'è più considerazione a livello internazionale su ricerche fatte in USA, Giappone o Germania piuttosto che per le stesse ricerche fatte in Italia. Inoltre la possibilità di effettuare ricerche non è un parametro attendibile perchè molto dipende dall'attenzione che i governi ripongono sul sistema universitario. Se in Italia non ci sono i fondi per la ricerca è naturale trovare le nostre Università in posizioni arretrate! Bisognerebbe quindi considerare il rapporto fra ricerche e fondi utilizzabili! Sarebbe un parametro più giusto e più veritiero.

2) Bisognerebbe considerare, quale ulteriore parametro per la classificazione, il tipo di formazione che si riesce a trasmettere agli studenti. E' un problema assolutamente non considerato nella ricerca dell'Università di Shanghai! E' una riflessione che mi è sorta considerando la vita universitaria di alcuni "famosi" uomini d'affari. In particolare mi riferisco a Kenneth Lay, Jeffrey Skilling e Andrew Fastow. Questi tre uomini sono stati rispettivamente il fondatore-presidente (Lay), e i responsabili finanziari (Skilling e Fastow) della Enron! Skilling aveva conseguito un master in amministrazione d'azienda ad Harvard (la prima Univ. al mondo!), Fastow (da poco condannato a 10 anni di prigione) aveva conseguito un master in amministrazione aziendale alla Nortwestern University (la ventinovesima al mondo) e Lay si era laureato prima e insegnava poi in due Università fra le prime 300 al mondo. Secondo me questa è una conferma della scarsa attendibilità della classifica in oggetto. Se le Università insegnano solo come districarsi nei buchi della legislazione fiscale, ma non trasmettono nulla in merito all'etica degli affari significa che la formazione è di basso livello!

3) La terza è una considerazione un po' ironica! In Italia non abbiamo bisogno di avere ottime Università perchè sono sufficienti gli studi superiori per far fallire una multinazionale! Non c'è bisogno di iscriversi ad Harvard per conoscere i trucchi contabili... si può più semplicemente iscriversi alla stessa scuola superiore frequentata dal rag. Tanzi e dal rag. Tonna.

AF 25/01/2004

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