+ 0,4%

 

E' questa la poco esaltante performance dell'economia italiana nel 2003. Il dato è sicuramente sconfortante e mette in dubbio le buone prospettive che si erano delineate durante il terzo trimestre dell'anno scorso.

E' opportuno quindi esaminare questo dato in modo critico per poter dare una valutazione oggettiva della situazione economica italiana.

Il dato annuale ci segnala una fase di sostanziale stagnazione economica. E' il secondo anno che la crescita si ferma allo 0,4%. Indubbiamente è arrivato il momento di cominciare a stimolare l'economia in modo più vigoroso e con provvedimenti mirati. Fino ad ora si è fatto poco e i risultati sono stati la naturale conseguenza di questa situazione di stasi politica. A questo si deve aggiungere che in questi anni stiamo purtroppo soffrendo per l'ormai decennale perdita di competitività del nostro sistema industriale. Le crisi di molte aziende (Fiat, Cirio, Parmalat, Ferri, Gandalf ecc ecc) ne sono la più lampante testimonianza.

Il dato è stato, ovviamente, interpretato in modo opposto dai vari schieramenti politici. Il Governo ha sottolineato che il dato è molto vicino alle previsione effettuate e che comunque gli ultimi segnali sono incoraggianti. Purtroppo entrambe le affermazioni sono errate. 1) Nel Documento di Programmazione Economico Finanziaria del Luglio 2003 il Governo stimava una crescita dello 0,8% del Pil per l'anno 2003! Il risultato ottenuto è esattamente la metà! Quindi dovremo prestare molta attenzione in futuro sulle capacità previsionali del Governo italiano che evidentemente sono un pò troppo ottimistiche. 2) L'Istat oltre alla crescita annuale ha fornito anche un dato (censurato da tutti i TG nazionali...) che calcola la variazione del Pil dell'ultimo trimestre 2003 rispetto allo stesso trimestre del 2002. Il risultato in questo trimestre è stato un incremento dello 0,1%. Questo significa che l'ultimo segnale più che positivo è assolutamente negativo. Infatti, mentre tutte le altre economia hanno segnato un aumento della crescita in questo trimestre in Italia è avvenuto il contrario(il precedente trimestre aveva segnato un aumento dello 0,6% rispetto allo stesso trimestre del 2002). Questo significa che abbiamo perso i primi vagoni del treno della ripresa. Speriamo di poter recuperare e di poter sfruttare almeno in parte la ripresa in atto a livello internazionale. (per un confronto fra i dati italiani e quelli delle economie più sviluppate potete leggere i due testi scorrevoli della pagina iniziale)

Il centrosinistra ha ovviamente utilizzato il dato per criticare la politica economica del Governo. Peccato che il dato sia stato fornito dallo stesso istituto (Istat) che appena una settimana prima era stato aspramente criticato per il dato sull'inflazione. Bisogna essere coerenti... se l'Istat non è capace di calcolare l'inflazione sicuramente non è capace neanche di calcolare i dati sul Pil. E' indubbiamente un atteggiamento molto superficiale e di parte.

In conclusione possiamo affermare che l'Italia è in stagnazione da due anni e che non vi sono evidenti segnali di una inversione positiva del trend economico: i consumi languono, la produzione industriale e gli ordini alle industrie sono in calo, la spesa pubblica è indirizzata verso settori poco profittevoli e dovrà essere ulteriormente diminuita per non sforare i limiti dei trattati europei e per permettere la riduzione delle tasse, la ricerca (utile in futuro per favorire una crescita superiore all'attuale) è abbandonata a se stessa, la maggioranza litiga ogni giorno su questioni che poco interessano alla nazione... Insomma, la situazione non è affatto positiva. A questo problema si aggiunge che le esportazioni, che potrebbero beneficiare della ripresa internazionale, sono penalizzate da un cambio molto forte della valuta europea.

Speriamo che il futuro sia migliore!

AF 20/02/2004

 

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