L'Italia come la Danimarca?

Durante gli anni ottanta in Danimarca si è assistito ad un fenomeno macroeconomico un po' strano se esaminato in modo superficiale.

In quegli anni il Governo danese diede avvio ad una politica fiscale restrittiva per avviare il risanamento delle finanze pubbliche. Tutti sanno che una politica fiscale restrittiva è accompagnata da una fase, più o meno lunga, di rallentamento della crescita o di recessione.

In Danimarca ciò non si verificò!

Nonostante tutte le previsioni fossero negative, il Paese riuscì a crescere superando l'ostacolo delle politiche restrittive. Solo una analisi macroeconomica approfondita può spiegarci il motivo di questo strano fenomeno.

Di solito se il reddito diminuisce i consumatori diminuiscono i consumi. A questa basilare analisi si deve però aggiungere il ruolo delle aspettative. Se la riduzione è percepita come temporanea può accadere che la riduzione dei consumi sia molto ridotta o che non si verifichi affatto! In un certo senso i consumatori guardano al loro reddito medio nel tempo e in tal modo le oscillazioni di reddito nel breve periodo vedono diminuire il loro impatto (positivo o negativo) sul comportamento dei consumatori.

In Danimarca accadde che, nonostante la politica fiscale di rigore, l'economia continuò a crescere, anche con ritmi abbastanza sostenuti, dopo aver assorbito l'iniziale impatto delle misure restrittive. I cittadini ebbero fiducia nel Governo, condivisero le motivazioni della stretta fiscale e capirono che le sofferenze iniziali sarebbero state le fondamenta per un futuro migliore! Per questi motivi l'economia danese non si arrestò mai durante gli anni ottanta! I cittadini, avendo fiducia in un futuro migliore, accettarono senza difficoltà le misure restrittive e ciò contribuì a ridurne l'impatto negativo sull'economia.

Come si collega tutto ciò con l'Italia? Nei prossimi anni (2006-2007 in primis) la nostra economia dovrà sopportare l'onere di nuove misure restrittive. E' risaputo che l'attuale scenario economico non permette l'attuazione di tali misure (sarebbero ben accette, invece, politiche espansive). Come riuscire allora a conciliare rigore e crescita? Credo in primo luogo che il rigore debba essere vero e non solo annunciato! La classe politica deve dimostrarsi forte e decisa. Bisogna riavviare il processo di risanamento e tutti lo devono percepire come un obiettivo primario. Bisogna abbandonare la finanza creativa e si deve rendere un po' più giusto il sistema delle imposte (soprattutto sui redditi delle persone). E' fondamentale inoltre far capire che il rigore è indispensabile per riuscire a progettare e a realizzare un futuro migliore. Se i cittadini accolgono questo messaggio saranno disposti ad accettare temporanee sofferenze! Ma devono essere certi che la classe politica manterrà le promesse! E' necessario che tutti condividano gli obiettivi e che tutti remino dalla stessa parte.

Per riassumere in poche parole: la caratteristica più importante del prossimo Governo deve essere la credibilità! Senza di essa le misure restrittive andranno ad incidere sull'umore dei cittadini e aggraveranno ulteriormente la già negativa situazione economica.

La speranza è l'ultima a morire...

AF 11/08/2005

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