Risparmio energetico

Il governo in carica ha intenzione di rilanciare in Italia l’energia nucleare. Prescindendo dalla mia posizione sulla questione (che è negativa) ci sarebbe bisogno di fare un po’ di considerazioni. Ribaltiamo l’ottica, perché invece di costruire nuove centrali, idea che implica un aumento di produzione e di consumi, non si cerca, invece, di ridurre gli sprechi e di educare i cittadini al risparmio energetico?

Comunque sia, ammettiamo che si decida di costruire qualche centrale nucleare, che si individuino i siti e che le popolazioni non si oppongano. Con i tempi tecnici necessari ci vorranno circa 10 anni (o forse più…) per vedere in funzione queste nuove centrali. Abbiamo tutto questo tempo? Si può fare qualcosa prima?

Ho due proposte molto semplici:

1) Invece di dare incentivi per l’acquisto dei decoder per la tv digitale (uno scandalo di cui nessuno ha parlato…) si potrebbe dare un bonus ad ogni famiglia. Si porta ad un rivenditore un prodotto elettrico e se ne acquista uno di potenza inferiore. Se si riesce, in totale, a ridurre il consumo di 1 kw/h, scatta il bonus statale di 50 euro (ora esiste un bonus, ma è limitato ai frigoriferi e per ottenere il risparmio bisogna ottenere e conservare molti documenti e presentare il tutto con la dichiarazione dei redditi. Troppo complicato per l’italiano medio…). Faccio un esempio: restituisco la mia aspirapolvere da 2 kw/h e ne prendo una da 1.8 kw/;h restituisco l’asciugacapelli da 2.2 kw/h e ne prendo uno da 1.6 kw/h; restituisco un fornello elettrico da 2.5 kw/h e ne acquisto uno da 2 kw/h. In totale ho ridotto il consumo potenziale di 1.3 kw/h e lo stato mi dà il bonus di 50 euro (visto che ho superato la riduzione di 1 kw/h). Si prenderebbero tre piccioni con una fava: stimolare un po’ la vendita di prodotti elettrici-elettronici, stimolare i produttori a ridurre il consumo dei prodotti messi in vendita, ridurre il consumo di energia elettrica. Supponendo che le famiglie arrivino a risparmiare 1 kw/h per settimana, si avrebbe un risparmio di circa 10 euro all’anno sulla bolletta. Aggiungiamo che se questa opportunità venisse sfruttata da 5 milioni di famiglie e se queste famiglie risparmiassero 1 kw/h a settimana, si avrebbe un risparmio totale annuo di 270 milioni di kw/h. Non è poco. Lo stato cosa guadagna? Minori consumi equivalgono a minor inquinamento e quindi ad una maggior possibilità di centrare gli obiettivi di Kyoto e ad una minor dipendenza dalle fonti energetiche straniere. Inoltre, l’aumento delle vendite farebbe gonfiare il gettito IVA. Passiamo alla seconda proposta.

2) In Italia ci sono circa 8000 comuni. Se con una piccola leggina si obbligassero i comuni ad installare 100 metri quadrati di pannelli solari per produrre energia elettrica si potrebbero avere, nel giro di pochi mesi, 800.000 metri quadrati di pannelli solari attivi. Se ci pensiamo bene, trovare 100 metri quadrati su un tetto di un municipio, o di una scuola o di un altro ufficio pubblico, è impresa molto semplice. Cosa si può produrre con 800.000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici? Bene, in questi mesi nella mia regione stanno per essere attivati 15.000 metriquadrati di pannelli fotovoltaici in un unico impianto e si presume che arriveranno a produrre 900.000 kw/h in un anno. Con una semplice proporzione si può calcolare quanto produrrebbero 800.000 metri quadrati: circa 48 milioni di kw/h annui. E stiamo parlando di soli 100 metri quadrati per comune! Io penso che si possa arrivare senza problemi a 1000 metri quadrati a comune, senza togliere un metro all’uso agricolo (così i coltivatori non protestano). Se fossero  installati 1000 metriquadrati di pannelli in ogni comune, sempre considerando 8000 comuni, avremmo una produzione di 480 milioni di kw/h annui. Ovviamente, installare i pannelli fotovoltaici, pur considerando tutte le lungaggini burocratiche italiane, non dovrebbe essere particolarmente difficile. Nella leggina si potrebbero prevedere delle sanzioni per i comuni che entro un anno non riescono ad installare i 1000 metri quadrati. In un solo anno si avrebbe tutta questa energia in più (se consideriamo che una famiglia consuma circa 3000-3500 kw/h in un anno, si produrrebbe energia elettrica per circa 130.000 famiglie. Non male…).

Ora, unendo le due proposte, si arriva ad un totale di 750 milioni di kw/h annui in meno in Italia. Nel giro di un solo anno. Facciamo qualche ulteriore calcolo: si eviterebbe l’immissione nell’atmosfera di 405.000.000.000 grammi di anidride carbonica, cioè di ben 405.000 tonnellate di anidride carbonica. Vi sembra poco?

Tutto ciò senza costruire centrali enormi e inquinanti, senza togliere spazio all’agricoltura, senza andare a deturpare paesaggi. Basterebbe una leggina che obbligasse i comuni a coprire 1000 metri quadrati di tetti di edifici pubblici con pannelli fotovoltaici e un'altra piccola leggina per incentivare la sostituzione di apparecchi elettrici con altri a minor consumo!

Due leggine brevi, semplici e chiare, che si potrebbero scrivere in mezza giornata…Perché nessun dei parlamentari ci pensa?

AF 12/09/2009

Vietata la riproduzione. Se vuoi citare scrivi: Antonio Forte, "Risparmio energetico", http://antonioforte.xoom.it.

 

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