<< Fisiocrazia <<

>> Socialismo Utpistico >>

Scuola Classica

 

Origine: Gran Bretagna

Periodo di nascita: XVIII secolo

Maggiori esponenti: Adam Smith (Gran Bretagna), David Ricarcdo (Gran Bretagna), Thomas Robert Malthus (Gran Bretagna), John Stuart Mill (Gran Bretagna), Francesco Ferrara (Italia), Jean-Baptiste Say (Francia)

Questa scuola di pensiero, che riprende alcuni concetti dei fisiocratici, è la prima ad aver dato all’Economia una struttura moderna. Infatti, è universalmente riconosciuto che è a partire da Adam Smith che l’economia può considerarsi una scienza autonoma.

Con la scuola classica, l’attenzione si sposta sul singolo e si cerca di capire, nel nuovo contesto della rivoluzione industriale, quali impostazioni seguire per favorire lo sviluppo economico. Ed è così che nasce l’espressione della mano invisibile del mercato: lasciando ad ogni individuo la libertà di perseguire il proprio interesse e sommando questi interessi tra loro si persegue l’interesse dell’intera società. Ecco la mano invisibile: si ottiene l’interesse generale lasciando che ognuno persegua l’interesse personale. Ne deriva la limitazione della presenza dello Stato nell’economia. Esso deve limitarsi ai suoi compiti fondamentali, lasciando che sia poi il libero incontro tra gli interessi personali a far sviluppare il sistema economico.

È con la scuola classica, in particolare grazie a J.S. Mill che nasce il termine Homo Oeconomicus. L’uomo seguirebbe il proprio istinto in economia e tenderebbe a realizzare in modo naturale il proprio tornaconto. Così facendo, in una economia libera, si riesce a realizzare anche l’interesse generale.

Sempre alla scuola classica si devono i primi studi sul valore di scambio delle merci, su capitale-terra-lavoro e sul ruolo della popolazione nel determinare i prezzi e i cicli economici (vedi Malthus).

 

Storia del Pensiero Economico