“La Globalizzazione e i suoi oppositori”

Joseph E. Stiglitz

 

Il libro di Stiglitz (Premio Nobel per l’Economia nel 2001) può avere tre chiavi di lettura.

La prima analizza le approfondite considerazioni di Stiglitz sull’andamento dell’economia globale negli ultimi anni (crisi asiatiche, crisi russa, transizione dei Paesi ex comunisti). La seconda interpreta il libro come un chiaro attacco alle Istituzione Economiche Internazionali, in primis il Fondo Monetario Internazionale, colpevoli di essere un po’ troppo accondiscendenti alle richieste delle Nazioni più industrializzate (prima fra tutte gli Stati Uniti d’America). Infine, la terza chiave di lettura cerca di comprendere il messaggio di cui l’autore vuole farsi portavoce. Solo in quest’ultimo modo possiamo individuare il vero obiettivo di questo libro.

Stiglitz persegue l’intento di avviare, a livello internazionale e in modo diffuso, una attenta riflessione sulla Globalizzazione e sulle istituzioni politiche ed economiche che dovrebbero governarla nell’interesse dell’intero Pianeta. Il suo libro cerca di rivelare alla comunità internazionale i sotterranei giochi di potere che si sviluppano nelle riunioni (a porte chiuse) di queste istituzioni. E’ bene sottolineare che Stiglitz è stato Senior vice president e chief economist della Banca Mondiale dal 1997 al 2000 e consigliere economico del Governo Clinton. La sua critica è quindi fondata sull’esperienza di chi ha vissuto in prima persona le difficoltà di perseguire obiettivi giusti per tutti, subendo costantemente la pressione della politica “occidentale”. L’onestà intellettuale di Joseph Stiglitz è fenomeno alquanto raro. Infatti, moltissimi economisti che hanno lavorato in queste istituzioni e in modo particolare nel FMI continuano, anche dopo il loro mandato, a sostenerne obiettivi e politiche palesemente errati. Stiglitz invece ha lasciato l’incarico nella Banca Mondiale per protesta contro la gestione della crisi asiatica e ha deciso di continuare, anche e soprattutto all’esterno, la sua campagna di contro informazione.

Il suo libro, infatti, ha notevolmente ampliato il dibattito a livello internazionale sulla operatività del FMI e sulle scelte di politica economica da questi “consigliate” alle Nazioni in difficoltà. Questa reazione ha indotto gli uomini del FMI a schierarsi apertamente contro l’autore cercando di contrastarne le idee. Lo stesso Stiglitz nella premessa alla seconda edizione del libro è dovuto intervenire per evitare che il dibattito si trasformasse in uno scontro personale.

Si può quindi giustamente affermare che se gli economisti del FMI credono nell’economia del trickle down (che goccia a goccia fa arrivare i benefici della crescita anche ai poveri), al contrario Stiglitz ha fiducia nel trickle down della consapevolezza!

Infatti, nonostante le aspre critiche e le forti opposizioni, l’obiettivo “recondito” di Stiglitz si sta realizzando perché il suo libro ha contribuito a creare una maggior consapevolezza a livello globale dei problemi, delle scelte e degli errori delle Istituzioni Politico-Economiche Internazionali.

 

AF 04/2004

recensione pubblicata sul numero di giugno di "Ricerca" (mensile della Fuci)

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