I Tremonti bond servono solo a Tremonti!

I Tremonti bond (TB) sono stati ideati dal Governo, di comune accordo con la Banca d'Italia e le banche, per fornire una rete di protezione alle banche in crisi. Per dirla in breve, se le banche sono in crisi di liquidità (cioè hanno bisogno di soldi e non riescono a trovarli con la loro normale attività) o hanno la necessità di incrementare il loro patrimonio (incremento auspicato da tutti i banchieri centrali e, quindi, “obbligatorio” per le banche) possono emettere i TB e lo Stato è obbligato ad acquistarli. In questo modo, lo Stato compra bond e cede denaro alle banche. Ovviamente, poiché lo stato presta denaro si è deciso di imporre un determinato costo a questi strumenti. Il costo è rappresentato dal tasso di interesse. Quindi, la banca emette i TB, incamera dallo stato i soldi e poi dovrà nel tempo restituire allo stato ciò che ha avuto più gli interessi. Il tasso di interesse dei TB è crescente nel tempo, per incentivare le banche a farne un uso limitato nel tempo. Il tasso richiesto dallo stato per fornire liquidità oscilla tra il 7.5 e l’8.5%. Inoltre, è stato imposto un vincolo. Le banche che attingono liquidità sfruttando i TB si obbligano a girare al sistema produttivo, sotto forma di prestiti, un multiplo del denaro ricevuto. In questo modo lo stato rafforza e stabilizza le banche in difficoltà, ma fa arrivare anche alle imprese questo denaro (che non rimane nei forzieri delle banche).

Nelle ultime settimane le due maggiori banche italiane, Unicredit e Intesa SanPaolo, hanno deciso, contrariamente a quanto annunciato mesi addietro, di non fare più ricorso a questo strumento. Cercheranno strade alternative per rafforzare il loro patrimonio. In totale avevano deciso di emettere TB per un valore pari a 8 miliardi. Di conseguenza, lo stato non dovrà più sborsare 8 miliardi per comprare da questi due istituti di credito i bond.

Questa è la situazione. Tremonti, ovviamente, da quando si è sparsa la voce ha cominciato ad inveire contro le banche. Eppure dovrebbe essere contento. Le due maggiori banche italiane non ricorrono all’aiuto di stato perché riescono a superare le difficoltà da sole. E non è Tremonti quello che da mesi dice che il sistema bancario italiano è il più solido del mondo e che l’Italia sta meglio di altri? E allora? Adesso ne hai una prova concreta e ti lamenti? Quindi, primo errore di Tremonti (che ovviamente nessuno si permette di sottolineare al ministro): dice una cosa, ma poi si lamenta se è vera.

Inoltre, sempre in questi giorni, Tremonti si lamenta perché, a suo dire, se le banche non emettono più i TB non arriverà nuovo denaro al sistema produttivo. Poiché le banche non emettono i TB e non ricevono denaro, non possono “girarlo” alle imprese. Ma riflettiamo. Se le banche emettono TB, che costano il 7.5-8.5%, esse dovranno chiedere alla clientela, per guadagnarci, tassi ancora superiori. Non mi sembra che sia molto vantaggioso per un’impresa pagare circa il 9-10% per un prestito! Soprattutto adesso con i tassi di interesse storicamente molto bassi. Si pensi, inoltre, che gli ultimi dati pubblicati dalla Cgia di Mestre ci dicono che a Luglio 2009 il tasso medio praticato alle imprese per prestiti inferiori ad un anno era del 4.06%. Ora, è pur vero che le banche avrebbero potuto prestare molti più soldi di quelli ricevuti (grazie all’effetto moltiplicatore) e ciò avrebbe permesso loro di ridurre i tassi praticati alla clientela, ma ne siamo proprio sicuri? Possibile che una banca, che deve restituire allo stato circa l’8% annuo di interessi decida di prestare alle imprese ad un tasso del 4%? Mi sembra troppo ottimistico. Quindi, i TB non servono neanche alle imprese. Sarebbero troppo costosi.

Quindi, troppo costosi per le banche, troppo costosi per le imprese…ma allora a chi servono?

Servono a Tremonti! Perché riuscirebbe ad ottenere un interesse elevatissimo sui soldi dati alle banche e perché chi emette i TB deve accettare un controllo più stringente dello stato. Era un tentativo per incrementare l’ingerenza politica nel settore bancario! E’ inutile girarci intorno! Se si voleva realmente aiutare le banche, si doveva prevedere un tasso sui TB di gran lunga più basso! Per le banche doveva essere più economico e semplice ricorrere ai TB, e quindi all’aiuto di stato, che sfruttare i canali tradizionali. Se alcune banche hanno rifiutato di utilizzarli vuol dire che non sono a buon mercato. Anzi, sembrano essere quasi un cappio al collo! La banca disperata non trova altra via d’uscita che rivolgersi allo stato e lo stato ne approfitta chiedendo tassi molto elevati!

Proprio una bella trovata alla Tremonti!

In conclusione, Tremonti si lamenta perché non ha guadagnato ciò che voleva (per mettere una pezza al bilancio dello stato) e perché non ha potuto allungare la mano sulla gestione delle banche. Per fortuna, almeno con i due istituti più grandi, questo pericolo è stato evitato!

AF 09/10/2009

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