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Scuola Neoclassica o Marginalista

 

Origine: Europa

Periodo di nascita: fine XIX secolo

Maggiori esponenti: Maffeo Pantaleoni (Italia), Antonio de Viti de Marco (Italia), Vilfredo Pareto (Italia), Alfred Marshall (Gran Bretagna), Léon Walras (Francia), Carl Menger (Austria), William Stanley Jevons (Gran Bretagna), Francis Ysidro Edgeworth (Gran Bretagna), Irving Fisher (USA), Antonie-Augustine Cournot (Francia)

La Scuola Neoclassica si schiera in aperta opposizione sia rispetto alla deriva Marxista del Socialismo (vedi Socialismo Scientifico) sia rispetto alla Scuola Storica Tedesca (vedi). L’attenzione degli economisti che si inseriscono in questa nuova scuola di pensiero economico è rivolta principalmente allo studio del sistema di mercato. Sono le opere di Walras, Menger e Jevons ad aprire la strada. Essi ritengono che il profitto, a differenza di ciò che si professava nel Socialismo Scientifico, non sia un sovrappiù che non abbia una giustificazione. Si dà avvio ad una nuova impostazione: le risorse personali danno luogo al salario, le risorse naturali alla rendita, i capitali danno luogo all’interesse e l’attività imprenditoriale al profitto.

Altra fondamentale differenza è nel valore attribuito ai beni. Nel caso marxista esso era legato alla quantità di lavoro utilizzata, con i marginalisti, invece, viene introdotto il concetto della soddisfazione personale che si può trarre dal bene (la cosiddetta utilità). Da qui si sviluppa il concetto dell’utilità marginale del consumo dei beni. A tal proposito è d’uopo ricordare Pareto, che cerca di dare una struttura adeguata alla possibilità di ordinare le utilità superando l’approccio iniziale che si riprometteva di confrontare in modo cardinale le utilità.

Caratteristica fondamentale della scuola neoclassica è anche lo studio dell’equilibrio. In un primo momento di un equilibrio economico parziale (con Marshall) e in seguito dell’equilibrio economico generale (vedi Walras e la Scuola Matematica).

Questi studi si basavano tutti su un approccio deduttivo-normativo. I Neoclassici cercavano di capire quali fossero i comportamenti degli individui in presenza di determinate condizioni di partenza. Lo studio dello scambio (vedi ad esempio Edgeworth) in presenza di molti venditori e compratori (concorrenza perfetta) e del comportamento degli individui è privo di connotazioni etiche, manca un legame con l’approccio istituzionalista.

L’impostazione neoclassica è ancor oggi tra quelle dominanti non solo in campo scientifico, ma anche nell’educazione universitaria.

Al contrario dei loro oppositori della Scuola Storica, i Marginalisti sono riusciti a fornire teorie e idee generali e generalizzabili che potevano e possono essere utili in contesti sociali e storici diversi. Ciò ha permesso loro di conquistare il favore degli studiosi e delle masse.

 

Storia del Pensiero Economico